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remo, ma Aslan sarà sempre il nostro signore generoso e misericordioso.
Ben detto, Altezza rispose Pozzanghera. E comunque, il fatto
di essere intrappolati qui dentro un lato positivo ce l'ha: risparmieremo le
spese del nostro funerale.
Jill si trattenne dal rispondere. (Se non volete che gli altri scoprano che
avete una gran paura, vi conviene tenere la bocca chiusa. Dal tono della
voce potrebbero accorgersene.)
Possiamo andare avanti o fermarci qui disse Scrubb. Quando sentì
la voce di Eustachio che tremava, Jill pensò di aver fatto bene a non parla-
re.
Pozzanghera ed Eustachio tesero le braccia per paura di sbattere contro
qualcosa che l'oscurità impediva di vedere. Jill e il principe li seguivano,
portando i cavalli.
Sogno o son desto? domandò infine Eustachio. Mi sembra di
vedere uno spiraglio di luce, lassù.
Prima che qualcuno potesse rispondere, Pozzanghera gridò: Stop, la
galleria finisce qui. Davanti a me c'è un muro di terra, non di roccia. Che
ne pensi, Scrubb?
Per Aslan esclamò il principe. Pozzanghera ha ragione. C'è una
specie di...
Ma quella non è la luce del giorno intervenne Jill. A me sembra
bluastra, fredda...
Sempre meglio di niente sospirò Eustachio. Perché non andia-
mo in quella direzione?
Non è esattamente davanti a noi rispose Pozzanghera. È sopra
di noi, ma si trova sul muro di terra dove sono andato a sbattere. Pole, che
ne dici di salire sulle mie spalle e provare a raggiungerla?
15
La scomparsa di Jill
La chiazza di luce non rischiarava affatto le tenebre che li avvolgevano e
gli altri non poterono apprezzare gli sforzi di Jill per salire sulle spalle di
Pozzanghera. Sentirono solo il paludrone che gridava: Attenta, mi metti
un piede nell'occhio e ancora: Non così, non così, mi ficchi il piede
in bocca. Alla fine: Ecco, Jill, ci siamo. Ti tengo per le gambe, non
temere. Adesso puoi sollevare le braccia e appoggiarti al muro di terra.
Guardarono in alto e videro la sagoma della testa di Jill contro la chiazza
di luce.
Allora, cosa vedi? chiesero in coro.
C'è un buco, ma per pochi centimetri non ci arrivo, accidenti.
E cosa c'è nel buco? chiese Eustachio.
Niente, per adesso. Pozzanghera, lasciami le gambe, voglio mettermi
in piedi sulle tue spalle. Riuscirò a stare in equilibrio, non temere spie-
gò Jill.
I compagni la sentirono muoversi e videro la figurina nella luce azzurra-
stra dell'apertura.
Vedo... cominciò Jill, poi lanciò un grido. Non era un urlo vero e
proprio, era piuttosto come se qualcuno le avesse messo le mani sulla boc-
ca o gliela avesse tappata con qualcosa. Subito dopo Jill ricominciò a gri-
dare con quanta voce aveva in corpo, ma gli altri non riuscirono a capire
una parola di quello che diceva. In un attimo accaddero due cose: la chiaz-
za di luce si oscurò per qualche secondo e si sentì un rumore di lotta. Dopo
tutto questo, arrivarono le grida disperate di Pozzanghera.
Presto, presto, aiuto! Tenetela per le gambe, qualcuno la porta via.
Là, no, qui... Aiuto... Oh, no, troppo tardi.
Jill, Jill gridarono in coro. Jill! Ma non ci fu risposta.
Che diamine, Pozzanghera, perché hai lasciato la presa? lo rim-
proverò Eustachio.
Non lo so, non lo so mugolò Pozzanghera. Che disastro, che io
sia maledetto per aver provocato la morte di Jill. E che sia maledetto per
aver mangiato le carni del cervo parlante, a Harfang... Anche se in tutti e
due i casi non è stata colpa mia.
È la più grande sciagura che potesse colpirci. Vergogna, vergogna
esclamò il principe. Abbiamo lasciato che una ragazza tanto coraggiosa
cadesse nelle mani del nemico mentre noi siamo qui, in salvo, e non pos-
siamo muovere un dito.
Non dipingete la situazione a colori troppo foschi, principe Rilian.
Non siamo affatto in salvo neanche noi, e in un posto del genere la sola
certezza è la morte per fame esclamò Pozzanghera.
Secondo voi, sono abbastanza piccolo per tentare di passare nella fes-
sura come Jill? chiese Eustachio.
Ma vediamo cosa era successo a Jill. Appena messa la testa fuori dal bu-
co si era scoperta a guardare dall'alto in basso (come se fosse affacciata al-
la finestra di un piano superiore) e non dal basso in alto, come se fosse ca-
duta in una botola. Era rimasta prigioniera per tanto tempo del buio e delle
tenebre, che all'inizio non aveva creduto ai suoi occhi; si era solo resa con-
to che quella non era la luce del sole e il mondo non era quello in cui a-
vrebbe tanto voluto tornare. C'erano dei suoni, e cose bianche non meglio
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